Quel settembre del 1938 le abbondanti piogge avevano ingrossato il bacino del Po. A San Mauro il ricordo di quell’evento è affidato ad alcune fotografie che mio padre Antonio scattò in quei giorni. Ne ho ritrovato i negativi di cui la foto nel post di oggi è una delle scansioni realizzate da Daverio. La foto è scattata a valle del ponte. In lontananza sotto le arcate si scorge l’alveo del Po ingrossato. Passate le arcate le acque si fanno turbolente allontanandosi verso la Mezzaluna scuotendo, sulla sinistra, le barche da pesca ancorate alla riva.
Tra gli espositori alla “Prima Mostra della fragola”

Un bellissimo ritratto di Bertolino Candida, nonna di Enrico Mottura, ripresa in occasione della Prima Mostra della Fragola sul bordo della nuova passeggiata sul Po, mentre espone uno stupendo cesto di fragole: un complemento alla fotografia che mio padre Antonio scattò agli stand degli espositori, tra cui, per primo, quello di Francesco Mottura.
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Come era il territorio di San Mauro a metà dell’ottocento

Per dare uno sguardo storico al territorio di San Mauro ho scelto la metà dell’ottocento perchè è l’inizio del periodo in cui i miei avi scesero da Groscavallo nella pianura attorno a Torino per avviare la loro attività commerciale. Inoltre, proprio in occasione del centenario dell’inaugurazione del Ponte Vittorio Emanuele III, ho voluto vedere dove si sarebbe “gettato” il ponte nuovo: una distesa di terreni agricoli quasi sterminata. Una mappa della Stamperia litografica M. Doyen e Comp, risalente al 1850 e consultabile all’Archivio di Stato di Torino, di cui riporto alcune viste, mi ha aiutato ad immaginare la terra che miei antenati videro. Il tutto lo trovate in Il territorio a meta’ dell’ottocento
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Testimonianze di famiglia sul ponte Vittorio Emanuele III

Negli anni dal 1904 al 1914 circa i miei bisnonni paterni, Antonio Battista e Teresa Girardi, risalirono a vivere in Valle di Lanzo ed a Migliere nella casa di proprietà. Mentre i figli, i fratelli Girardi Antonio e Battista, gestivano l’attività commerciale del Salsamentario in San Mauro. I collegamenti venivano mantenuti per corrispondenza postale con una certa frequenza mediante lettere e cartoline postali. Di questa documentazione sono rimaste alcune tracce in una quarantina tra lettere e cartoline. Alcune parlano proprio del ponte in fase di costruzione: le ho raccolte e commentate in questa nuova pagina Testimonianze famigliari sul ponte.
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Lungo il fiume
“Sulla fine ottobre del 1846 abbondanti piogge succedettero a copiose nevi cadute sulle cime delle montagne, sicchè queste per un caldo scirocco si sciolsero subitamente, e coll’acqua si precipitarono al basso nevi semi-squagliate che seco trascinavano terra, pietre e roccie con fracasso spaventevole.
Il Rio Vercellina nella Valle Grande gettò nella Stura tale quantità di materie che fecero argine alle acque del torrente, e per poco ne fu sospeso il suo corso, allagando la valle superioremente alle Migliere. Tutto ad un tratto sprigionate, le acque si gettarono con forza indescrivibile giù per la valle, e rompendo ogni ostacolo e seco trascinando roccie di smisurata grandezza, l’orrenda massa distrusse ponti, rovinò strade, schiantò case, e scavando un nuovo letto al torrente, le acque di poi cambiarono l’usato corso. I prati di rara bellezza che già adornavano le due sponde, furono convertiti in meno di quattro ore, dalle acque struggitrici, in un letto pieno di rocche e di ghiaia; ed ove attualmente scorre la Stura, esistevano i prati più rigogliosi…”
Così scrive Luigi Clavarino nel suo famoso “Saggio di Corografia statistica e storice delle Valli di Lanzo”

Mio bisnonno Antonio Battista era nato da pochi anni (nel 1841) appena sopra le Migliere alla destra del Rio Vercellina nel comune di Groscavallo.
Da quella data ho seguito il fiume dei ricordi frugando nei documenti famigliari e negli archivi, con l’aiuto di amici e conoscenti. Ho cercato di seguirlo con lo stesso ottimismo dei miei antenati, quando, seguendo il torrente Stura ed il fiume Po che lo raccoglie, scesero nella pianura intorno a Torino.
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Vale la pena di incominciare
Siamo già nel 2012 e penso che valga la pena di incominciare a scrivere qualcosa sulle ricerche che da qualche anno sto conducento sulla genealogia della mia famiglia, riprendendo vecchie fotografie, documenti notarili, lettere e corrispondenze scambiate, certificati di matrimonio, di nascita e di morte, tessere di associazioni e documenti di riconoscimento, licenze commerciali, bollette e tasse varie, etc.

