In relazione alla festa suddescritta la «Gazzetta del_Popolo» il 29 aprile pubbicava questo articolo:
Le fragole migliori sono, per i torinesi quelle di San Mauro. Piccole, sode, profumate, con un aspetto quasi selvatico, donano al palato il brio vigoroso del frutto sospinto fuor della terra umida dai primi tepori primaverili.
Ed a San Mauro, patria delle fragole, è un accorrere incessante e festoso, nella buona stagione di comitive che vogliono accomunare due sani godimenti: quello della passeggiata salubre su per le colline del grazioso paese o sulle sponde del fiume e quello della cenetta nella trattoria quasi rustica, con la mensa allietata dal rosso piatto di fragole e dal piatto, non meno gradito dei pesciolini fritti.
Il minuscolo, ma pittoresco paese di S. Mauro, adagiato ai piedi della collina di Superga, sparsa di ville, di intense coltivazioni orticole e frutticole, è già quasi unito alla nostra città dai ponti che, scavalcando il largo alveo del Po, creano una diretta comunicazione colla sua zona periferica. Forse per la prossimità, forse per la convinzione dei suoi agricoltori di poter trarre maggior rendimento dai loro prodotti, forse anche per l’apatia delle passate amministrazioni, aliene da ogni inziativa di progresso, San Mauro, incapace di scuotere dalle sue spalle il manto della servilità e di vivere di vita propria, si è finora accomodato all’ombra benefica della metropoli piemontese. Ma ora un’energica scossa al suo quieto vivere è stata data dal Fascismo, che come l’antica civiltà romana, esercita ovunque la sua vitale influenza. San mauro si appresta adunque ad una nuova vita di bellezza e di attività.
La rustica sponda destra del Po, che, corrosa dalle acque a volte impetuose, cedeva ogni anno un pò di terreno avvicinandosi sempre più all’abitato, ha assunto incrollabile consistenza ed elegante forma di riviera infiorata, dietro il cui leggero ed artistico parapetto si stende un nuovo vasto piazzale. Lontano, oltre la corrente, oltre il petroso alveo alluvionale, si protende la magnifica visione panoramica della feconda pianura padana arginata dalla corona delle alpi nevose. San Mauro ha così circondato il modesto suo abitato di una deliziosa passeggiata.
Ma lo scopo prefisso dall’attivo podesta signor Paletto, nell’attuare la sua iniziatia non è limitato all’abbellimento del paese: mira anche a qualche cosa di più concreto e di più utile. La grande piazza è destinata ad ospitare [dal] maggio prossimo il nuovo percato settimanale autorizzato da S. E. il Prefetto. San Mauro si emancipa così dal mercato di Torino ed offrirà d’ora in avanti i suoi prodotti sul mercato proprio con beneficio dei suoi abitanti, ai quali sarà risparmiato il percorso di parecchi chilometri di strada che causava perdita di tempo e spese di trasporto, con beneficio degli acquirenti, che potranno avere prodotti più freschi e meno manipolati.
Il podestà sig. Paletto, di comune accordo col Segretario politico del Fascio locale, per dare sempre maggiore incremento alle attività commerciali ed agricole del paese, ha nominato una Commissione, sotto il diretto proprio controllo, coll’incarico di organizzare qualche attrattiva allo scopo di fare convergere l’attenzione dei commercianti e degli agricoltori nel Comune e dei paesi limitrofi nei giorni immediatamente precedenti il primo venerdì di ufficiale funzionamento del mercato.
La Commissione organizzatrice, colla partecipazione attiva dell’Autorità civile, politica e religiosa, dell’Associazione N. C., dell’O. N. D. delle Cooperative e Mutue, del Sindacato Agricoltori e commercianti, ha pertanto indetto una grande <<Settimana della fragola>> essendo appunto questa squisita primizia una specialità della regione.
Contemporaneamente la Commissione esecutiva intende allestire una <<Mostra della fragola>> alla quale potranno partecipare produttori e commercianti e concorrere coi migliori frutti e colla migliore presentazione del prodotto ai ricchi premi in medaglie d’oro, targhe e diplomi suddivisi per categorie, che verranno assegnati da apposita giuria. Fiancheggeranno la Mostra numerosi chioschi riservati agli esercenti per offrire il consumo diretto delle fragole in tutte le forme del loro impiego alimentare.
Così San Mauro potrà degnamente esaltare la sua speciale coltivazione e produzione delle fragole. Con meno di 5000 abitanti e con un territorio di 4255(?) ettari, di cui 1136 variamente coltivati, il paese conta oltre 300 agricoltori, che coltivano complessivamente quaranta giornate piemontesi di fragolai, dai quali si ricavano circa 60.000 chilogrammi di fragole. Dato l’alto prezzo di questo frutto, si comprende quale sia il suo beneficio economico per il paese. La coltivazione, che richiede speciale abilità e speciali cure è fatta generalmente in piena terra e all’aria libera. Ma già penetra nella regione lo spirito moderno della coltivazione forzata in serra: ne ha dato l’esempio un ricco agricoltore, il sig. Napoli, il quale oltre ad aver abbellito il declivio del colle di Superga di un pescheto di tremila piante, ha costruito una grande serra a riscaldamento elettrico, nella quale già rosseggiano e maturano i frutti, quando fuori spuntano i fiori.
Non solo alle fragole San Mauro deve la sua notorietà, ma anche ai fiori, che vi crescono prosperi e ricchi di colore e di profumo. L’eco della sua fama è giunta infatti in questi giorni fino a Gand, dove fra i competitori dell’Esposizione internazionale di floricoltura sono comparsi i suoi concittadini fratelli Vogliotti, riportando una lusinghiera premiagione.
San Mauro potrà adunque farsi onore nella sua esibizione.
Angelo della Famiglia – ANNO III N.6 Giugno 1933-XI, pag. 2. 1
- Ho trascritto l’articolo esattamente come si trova nel bollettino parrocchiale senza alcuna modifica. (back)
